Friday, July 3, 2009

..tO beyOnd meDiA..


.. In ViSiOnS_9 ..





T.O.TE.M.

"Possibile che una piantina così piccola (un pino nero di 6 mesi) abbia un apparato radicale tanto fitto? No, se si lascia fare solo alla natura. Infatti le radici "vere" della piantina sono solo le tre evidenziate in arancio. Il fitto groviglio di quelle bianche è un insieme di funghi nato mettendo a dimora, assieme al seme del pino, un mix di funghi e batteri. "Questi funghi", funzionano per la pianta esattamente come radici. O meglio, amplificano di 800 volte l'apparato radicale, permettendo alla pianta di nutrirsi meglio. Inoltre funzionano da filtro: metabolizzano cioè le sostanze inquinanti presenti nella terra".. ..

.. iN uRbaN ViSiOns ..

http://www.beyondmedia.it/index.php?pg=1

Tuesday, May 19, 2009

Monday, May 18, 2009

cAmbiaNdO prOsPetTiva



Lucia Moholy
Bauhausgebäude Dessau

Thursday, April 2, 2009

..dEdiCaTed tO..



°° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °°



°° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °° °°



from Waking Life by Richard Linklater



..ThAnkS a lOt..

°-°

Tuesday, March 24, 2009

..waiTinG fOr..

..tO crOsS..frOm..

"Pietre e Ponti"

Riferendomi alla lezione5 – “Catalizzatore”, e in particolar modo all’idea di Architettura “Rinascimentale”, e quindi di “A. tipo” e di “città chiusa”, pensavo all’ironia ed alla similitudine che ho trovato ricordandomi quando il Marco Polo, di I. Calvino nel libro Le città invisibili, rivolgendosi a Kublai Kan gli spiega cos’è un ponte.. :



by Bookworm


"Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.

- Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? – chiede Kublai Kan.

- Il ponte non è sostenuto da questa o da quella pietra, - risponde Marco, - ma dalla linea dell’arco che esse formano.

Kublai Kan rimase silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge:

- Perché mi parli delle pietre? E’ solo dell’arco che m’importa.

Polo risponde:

- Senza pietre non c’è arco.”


Credo che questa piccola parte del libro sintetizzi o meglio possa rispecchiarsi (anche per altri aspetti come lo strumento in architettura ad esempio, ecc..) nella parte della lezione di oggi su il “parallelismo” tra architettura “rinascimentale” ed “industriale”, e quindi l’Idea di “staticità” e di “dinamicità”, di costruzione “continua” e “discontinua”, di “prospettiva” e “trasparenza”..

Insomma professore oggi siamo straconvinti che un ponte si può costruire anche senza pietre, e che la sua estetica si rivolge alla sua trasparenza e alla sua elasticità, e che la sua architettura si muove per punti..sarà forse che per superare la “crisi” sarebbe come oltrepassare-attraversare un “vuoto”, che nasce proprio dall’idea che si ha della sua costruzione “A. Tipo”, e quindi impossibile se non progettando un ponte.. nuovo?!!..o trovare una via nuova?!!..


..tO..

AS: "Poli e Ponti"

Interessante, bisogna anche pensare a Calvino medesimo, così analitico nella scrittura, cosi limpidamente preciso!Per lui è inconcepibile Non partire dal mattone!Il Polo_Calvino non ha altra risposta praticabile.

Answer by Antonino Saggio

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/DIDATTICA/Cad/2009/LEZ/6/index.htm



by Robert Waters

°-°

Monday, March 23, 2009

° dilLeR & sCofidiO °



http://www.dillerscofidio.com/

°-°

Wednesday, January 28, 2009

Wednesday, January 21, 2009

Sunday, December 14, 2008

Saturday, December 13, 2008

-_lE cIttA' sOttiLi.3_-


Se Armilla sia così perché incompiuta o perché demolita, se ci sia un incantesimo o solo un capriccio, io lo ignoro. Fatto sta che non ha muri, né soffitti, né pavimenti: non ha nulla che la faccia sembrare una città, eccetto le tubature dell'acqua, che salgono verticali dove dovrebbero esserci le case e si diramano dove dovrebbero esserci i piani: una foresta di tubi che finiscono in rubinetti, docce, sifoni, troppopieni. Contro il cielo biancheggia qualche lavabo o vasca da bagno o altra maiolica, come frutti tardivi rimasti appesi ai rami. Si direbbe che gli idraulici abbiano compiuto il loro lavoro e se ne siano andati prima dell'arrivo dei muratori; oppure che i loro impianti, indistruttibili, abbiano resistito a una catastrofe, terremoto o corrosione di termiti. Abbandonata prima o dopo esser stata abitata, Armilla non può dirsi deserta. A qualsiasi ora, alzando gli occhi tra le tubature, non è raro scorgere una o molte giovani donne, snelle, non alte di statura, che si crogiolano nelle vasche da bagno, che si inarcano sotto le docce sospese nel vuoto, che fanno abluzioni, o che si pettinano i lunghi capelli allo specchio. Nel sole brillano i fili d'acqua sventagliati dalle docce, i getti dei rubinetti, gli zampilli, gli schizzi, la schiuma delle spugne. La spiegazione a cui sono arrivato è questa: dei corsi d'acqua incanalati nelle tubature d'Armilla sono rimaste padrone ninfe e naiadi. Abituate a risalire le vene sotterranee, è stato loro facile inoltrarsi nel nuovo regno acquatico, sgorgare da fonti moltiplicate, trovare nuovi specchi, nuovi giochi, nuovi modi di godere dell'acqua. Può darsi che la loro invasione abbia scacciato gli uomini, o può darsi che Armilla sia stata costruita dagli uomini come un dono votivo per ingraziarsi le ninfe offese per la manomissione delle acque. Comunque, adesso sembrano contente, queste donnine: al mattino si sentono cantare.

-_-

Thursday, November 27, 2008

Prima Facoltà di Architettura "Ludovico Quaroni" Roma "La Spienza"??!!


luDoviCo qUarOni

"Vorrei sapere come riesce un medico, un chirurgo, a diventare esperto nel suo campo senza sperimentazione continua. Il caso dell'urbanista o dell'architetto è identico. Senza la possibilità di sperimentare,di esercitare lavorando per conto delle regioni,dei comuni o degli enti statali, non è possibile fare niente. Anzi, tutto si riduce ad una pura esercitazione verbale."



Chiesa parrocchiale a Gibellina
progetto: 1970-72
realizzazione: 1985
con: Giangiacomo D'Ardia, Luisa Anversa, Sergio Musmeci e Livio Quaroni

Wednesday, November 26, 2008

refLeCtiNg

tO



imAginaRy



raCy



SiGn



laNgUage..

..plEase..bLack maN.. evOlve 'U..!!

Sunday, November 23, 2008

loUis_i_kaHn





"..Uno dei presupposti del mio lavoro (…) è rappresentato dalla consapevolezza che ogni edificio appartiene a un’istituzione dell’uomo. Osservo con la più profonda venerazione le ispirazioni dalle quali è scaturito il formarsi delle istituzioni e la bellezza delle interpretazioni che ne ha dato l’architettura (…) Le aspirazioni dell’uomo, ciò che le ispira, sono l’inizio del lavoro dell’architetto.."

loUis_i_kaHn


Casa Alder_Philadelphia_Pennsylvania_LIK_1954






Casa Weber De Vore_Montgomery County_Pennsylvania_LIK_1954






Washington University Library_U.S.A._LIK_1956






Salk Research Institute_La Jolla_California_LIK_1960_1965






First Unitarian and School_Rochester_NY_USA_LIK_1967_1969






rIfeRimeNti:

http://www.parametro.it/estratto261.htm
http://icar.poliba.it/storiacontemporanea/autori/kahnlouis/schedauto.htm
http://architettura.supereva.com/coffeebreak/20001122/


Sunday, March 16, 2008

www.nanOarchiTecture.nEt

Rainbow Solar Cells
6 March 2008, 17:02

Categories: Quantum-Dots smt-energy-photovoltaic






It has been known that quantum dots (QDs) emit light, as shown above, and that the wavelengths of light that are emitted are tuned to the size of the QDs. Now researchers at Notre Dame University in Indiana have used quantum dots of varying size to absorb light, and have used that energy generate power. When exposed to certain wavelengths of light, the cadmium selenide (CdSe) quantum dots release free electrons into titanium dioxide nanoparticles and nanotubes, creating a current. Interestingly, QDs of different sizes react by absorbing different wavelengths of light (e.g. the smaller quantum dots absorb shorter wavelengths of the solar spectrum). Hence, an array of quantum dots of varying size will absorb a broader spectrum of light, which might lead to next-generation, high-efficiency PVs called “rainbow solar cells.”

.-.

Thursday, March 13, 2008

Wednesday, March 12, 2008

Thursday, July 19, 2007

tO pLay The nExt matCh




------------------------------------





------------------------------------





------------------------------------





------------------------------------




------------------------------------








Monday, June 4, 2007

..A saggia Domanda..Una saggia Risposta..


Antonino Saggio.

Da dove cominciamo? Cosa stai facendo adesso? Più volte abbiamo sottolineato l'importanza dell'informatica come "tecnica artificiale che rende l'architettura sempre più trasparente alla natura". Hai qualche lavoro in questo campo?

Giancarlo De Carlo.

Sto facendo qualcosa del genere in Piemonte, in un paesino che è stato abbandonato 200 anni fa. Un piccolo imprenditore di Alessandria mi ha detto: "Ma perché non lo recuperiamo e lo facciamo diventare un Villaggio informatico?" Ma informatico che cosa vuol dire? Che c'è un'apparecchiatura di trasmissione, per cui la gente che sta qui può comunicare, certo la cosa è un poco per white eagles, ma mi ha molto intrigato. E ora, vedi questo disegno di un crostaceo? La nostra educazione architettonica ci dice che è il vertebrato il passo in avanti, ma lavorando mi sono accorto che il crostaceo è infinitamente più libero del vertebrato, ha delle capacità di organizzazione interna, in verticale, in diagonale, perché si è adattato al suo ambiente come le case antiche di questo borgo abbandonato. La mia ultima ricerca si ispira a questa dimensione del crostaceo come tensione verso uno spazio complesso, legato a geometrie complesse, interdipendenti le une dalle altre. A San Marino per esempio ho fatto delle strutture sensibili, flessibili, a volte il tessuto sostituisce il reticolo e qui mi interessava avere queste asimmetrie: è un uccello con le ali.

da: FromMyDesk di AntoninoSaggio

..Io continuo ad immergermi nella mia crisi..

..a Voi il Seguito:

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/FromMyDesk/DeCarlo/DecarloFMd.Html

Friday, May 25, 2007

..Walking World..?!




...mentre Terzing dal basso mollava nervosamente la corda, Hillary s'incuneò in una fessura tra la fortezza di roccia e un appicco di neve verticale alla sua estremità (...) La scalata era faticosa e rischiosa, ma Hillary insistette finché, come scrisse in seguito: "Riuscii finalmente ad issarmi sulla sommità della roccia, uscendo dalla fessura e sbucando su un'ampia cengia rocciosa. Per alcuni secondi restai disteso a riprendere fiato e per la prima volta sentii veramente che ormai nulla avrebbe potuto impedirci di raggiungere la vetta. Poi mi alzai, piantando saldamente i piedi, per fare segno a Tenzing di salire. Mentre tendevo la corda con vigore, Tenzing riuscì a risalire la fessura e infine si accasciò esausto in cima, come un pesce gigante appena tirato fuori dal mare dopo una lotta terribile. Sforzandosi di combattere la stanchezza, i due scalatori continuarono a risalire la cresta sinuosa verso la cima. Hillary si chiese:”Ottusamente se avremmo avuto la forza di arrivare fino in fondo. Superata un'altra gobba, vidi che la cresta davanti a noi cominciava a scendere e in lontananza si scorgeva il Tibet. Alzai la testa e lì, sopra di noi, c'era un cono rotondo di neve. Alcuni colpi di picozza, alcuni passi cauti e Tenzing ed io arrivammo in cima.”
E così, poco dopo mezzogiorno del 29 maggio 1953, Hillary e Tenzing divennero i primi uomini al mondo che avessero scalato il monte Everest.

Aria Sottile” (Jon Krakauer)
..buona scalata Zazzo..

Monday, May 14, 2007

..to Play the Game..?!


..Nell'inglese game viene evidenziato l'aspetto di competence,di insieme di regole conosciute e riconosciute(...). Da cui,quando si vuole sottolineare l'intezione di studiare le regole e la combinatoria che esse consentono,la Games Theory. Game sono il tennis, il poker,il golf:sistemi di regole,schemi di azioni,matrici combinatorie di mosse possibili. "Stare al gioco" e cioè "osservare le regole" si traduce "to play the game". C'è un soggetto astratto, il gioco come game, e c'è un comportamento concreto, una performance, che è il play. To play è "to take part in the game"..

Homo Ludens (Eco 73)